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Cassino - Accordo JP Morgan e Comune di Luciano De Leo

Il Messaggero - 17 Settembre 2009

Si fa “finanza creativa” in Municipio per salvare il salvabile. E’ di ieri mattina la notizia, apparsa sulle agenzie di stampa, che la Jp Morgan Chase Bank e il Comune di Cassino hanno raggiunto un “accordo transattivo” in merito ad un annoso contenzioso pendente fra le parti davanti il tribunale di Milano, relativo all’acquisto dei titoli derivati. Si tratta, in buona sintesi, di una sorta di “accordo” che banca e Municipio hanno deciso di fare sull’operazione finanziaria - risultata fallimentare, visto che il Comune ci ha rimesso un milione di euro, a detta del sindaco - fatta a giugno 2003 dagli allora amministratori (Bruno Scittarelli primo cittadino, ndr), quando vennero acquistati gli swap, titoli il cui prezzo viene basato sul valore di mercato di altri beni. Le perdite avute da quei contratti sono tutte legate al tasso di interessi, variabile, che nel 2003 rappresentava un vantaggio, tanto che il Comune di Cassino incassò, ma solo nei primi due anni, circa 200 mila euro grazie all’andamento positivo dei tassi. Negli anni successivi la tendenza dei tassi di interesse cambiò sensibilmente in negativo, fino a far sprofondare il debito con la banca ad un milione di euro. Il Comune a quel punto chiamò in causa la Bear Stearns, dal 2008 incorporata dalla Jp Morgan, per ottenere un risarcimento danni. Ieri, però, s’è trovato un “accordo transattivo”, su cui vige, però, il massimo riserbo. L’intenzione degli allora amministratori comunali era quella, tramite l’acquisto di derivati, di ripianare una grave situazione debitoria. Fu prima la trasmissione Report, poi le indagini della guardia di finanza di Frosinone - che ha operato su indicazione della Procura generale della Corte dei Conti - a dimostrare che la delibera con cui si dava il via libera all’acquisto degli swap, di debiti, ne avrebbe sanati ben pochi. Anzi, quell’acquisto alle finanze municipali creò un ingente danno erariale, quantificato dalla gdf in 5 milioni di euro (fra oneri, sanzioni ai responsabili ed interessi vari). Il sindaco, gli amministratori di allora e gli “esperti” finanziari municipali, in sostanza i firmatari della delibera, secondo l’indagine sono ancora sotto il mirino della Corte dei Conti. Per ora banca e Comune non hanno ammesso alcuna responsabilità e l’intera operazione potrebbe risolversi con l’accordo transattivo, di cui nessuno vuole parlare o semplicemente svelare termini e contenuti. Ma che significa “accordo transattivo”? Semplice: è un contratto col il quale le parti (Comune e Jp Morgan, ndr), facendosi reciproche concessioni, pongono fine ad una lite già incominciata o prevengono una lite che può sorgere fra loro. L’operazione finanziaria fu fatta anche in barba agli “avvertimenti” di due allora laureandi (che studiarono proprio gli swap cassinati nelle loro tesi), e di alcuni economisti che sconsigliarono l’acquisto di quei titoli considerati “tossici”.

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