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Cassino. Swap, accordo JP Morgan e Comune
Fonte: Milano Finanza di Venerdì 18 Settembre 2009

CASSINO - Il Comune di Cassino e JP Morgan hanno raggiunto un accordo transattivo in merito al contenzioso pendente innanzi al Tribunale di Milano relativo ad un'operazione in derivati conclusa tra Bear Stearns ed il Comune nel mese di giugno del 2003. Il coinvolgimento di Jp Morgan, informa una nota, deriva dalla successiva acquisizione da parte di quest'ultima di Bear Stearns nel mese di marzo del 2008. Nessuna delle parti ha ammesso alcuna responsabilità e l'operazione sottostante verrà risolta nell'ambito dell'accordo transattivo. L’operazione finanziaria conclusa nel 2003 è risultata fallimentare: il Comune ci ha rimesso un milione di euro. Quando vennero acquistati gli swap, titoli il cui prezzo viene basato sul valore di mercato di altri beni, i tassi di interessi nel 2003 furono un vantaggio, tanto che il Comune di Cassino incassò, ma solo nei primi due anni, circa 200 mila euro grazie all’andamento positivo dei tassi. Negli anni successivi la tendenza dei tassi di interesse cambiò in negativo, fino a far sprofondare il debito con la banca ad un milione di euro.
Il Comune a quel punto chiamò in causa la Bear Stearns, dal 2008 incorporata dalla Jp Morgan, per ottenere un risarcimento danni. Ieri, però, s’è trovato un “accordo transattivo”, su cui vige, però, il massimo riserbo. L’intenzione degli amministratori comunali era quella, tramite l’acquisto di derivati, di ripianare una grave situazione debitoria. Prima la trasmissione Report, poi le indagini della guardia di finanza di Frosinone, dimostrarono che la delibera con cui si dava il via libera all’acquisto degli swap, di debiti, ne avrebbe sanati ben pochi. Anzi, quell’acquisto alle finanze municipali creò un ingente danno erariale, quantificato dalla gdf in 5 milioni di euro, fra oneri, sanzioni ed interessi vari. L’operazione finanziaria fu fatta anche in barba agli “avvertimenti” di due allora laureandi (che studiarono proprio gli swap cassinati nelle loro tesi), e di alcuni economisti che sconsigliarono l’acquisto di quei titoli. Il sindaco, gli amministratori di allora e gli “esperti” finanziari municipali sono ancora sotto il mirino della Corte dei Conti. Per ora banca e Comune non hanno ammesso alcuna responsabilità e l’intera operazione potrebbe risolversi con l’accordo transattivo, di cui nessuno vuole parlare o semplicemente svelare termini e contenuti.